La sindrome dell’intestino irritabile (detta anche sindrome del colon irritabile) è una problematica del tratto digerente caratterizzata dalla seguente sintomatologia:
· Dolori addominali
· Gonfiore addominale
· Modifica delle abitudini di evacuazione: esiste una forma del disturbo in cui le feci assumono consistenza liquida (diarrea) e si manifesta l’urgenza di andare in bagno senza essere in grado di trattenersi, anche più volte al giorno; un'altra forma del disturbo è caratterizzata da stitichezza; esiste anche una forma mista in cui diarrea e stitichezza si alternano. Si può riscontrare una forma diarroica in cui si manifesta l’urgenza di dover andare in bagno a fronte dell’incapacità di posticipare, più volte al giorno, oppure una forma in cui il paziente diventa stitico. Si riscontrano anche forme miste.
Si tratta di un disturbo che si manifesta in assenza di alterazioni organiche note e che affligge all’incirca un quinto della popolazione generale, sebbene le persone che si rivolgano a uno specialista per un trattamento siano molte meno.
Diversi studi hanno riscontrato una correlazione positiva tra la sindrome dell’intestino irritabile e disturbi psicologici: chi soffre di colon irritabile ha più probabilità di sviluppare ansia o depressione rispetto a persone sane o che presentano una patologia organica. Inoltre chi ha problemi di intestino irritabile riporta un peggior livello di qualità di vita.
Non essendo stati individuati correlati organici che giustifichino il disturbo, attualmente la spiegazione più accreditata dell’origine della sindrome è quella che fa riferimento al modello bio-psico-sociale. Secondo questa prospettiva, il disturbo è la risultante dell’interazione di vari fattori:
Cervello e intestino comunicano direttamente tra loro grazie a una fitta connessione di fibre nervose. Questo sistema di connessioni è stato ribattezzato asse cervello-intestino (brain-gut axis) a sottolineare la stretta interrelazione che esiste fra i due distretti. Un corretto trasferimento dei segnali lungo questo asse garantisce un adeguato funzionamento del tratto gastrointestinale, mentre un’alterazione a qualunque livello dell’asse può generare anomalie nelle funzioni intestinali.
Sebbene la sintomatologia dell’intestino irritabile possa manifestarsi come conseguenza di una disfunzione in qualunque punto dell’asse, la letteratura scientifica sottolinea l’importanza delle alterazioni a livello del sistema nervoso centrale nel favorire la sintomatologia. Di conseguenza, gli interventi che mirano a ripristinare l’equilibrio a livello del sistema nervoso centrale, tra cui quello psicologico, sono considerati di particolare importanza. Diverse ricerche scientifiche mostrano che la psicoterapia, ed in particolare quella cognitivo comportamentale, risulta efficace nel trattamento della sindrome. Chi si è sottoposto ad un intervento cognitivo-comportamentale ha riscontrato una riduzione della sintomatologia gastro-intestinale ed un significativo miglioramento della qualità di vita.
L’approccio cognitivo comportamentale permette alla persona che soffre di intestino irritabile di: